Esattamente al contrario di quello che vuole la credenza popolare, il Pitbull è uno dei cani più equilibrati, dolci ed affidabili nella razza canina. Tuttavia va precisato che il Pitbull come qualsiasi altro cane ha una percezione del mondo e delle dinamiche della vita molto diversa dalla nostra, dunque dobbiamo imparare le tecniche per entrare in sintonia con il nostro amico, capirne la psicologia evitando malintesi talvolta pericolosi.
ADDESTRAMENTO, OSSERVAZIONE E IDENTIFICAZIONE DEGLI STATI: In che modo interpretare gli atteggiamenti del nostro PITBULL e insegnare ad esso il migliore dei modi per interagire con gli umani. G. M.
Va precisato che i nostri cani non sono macchine ma esseri viventi dotati di grande intelligenza e particolare coerenza, attenzione ed umiltà; sempre pronti ad apprendere e accontentare i nostri ordini, ammesso che siano chiaramente manifestati da parte nostra.
In premessa è bene chiarire che la
comunicazione utilizzata con i cani è data dall’insieme di parole,
impressioni e azioni del corpo, generalmente utilizzate in una
modalità precisa dal padrone.
Pertanto le stesse sono ognuna parte della comunicazione, e anche
se scindibili tra di loro, vanno associate per indicare in maniera
assoluta il tipo di comando dato al cane. Non c’è da meravigliarsi
se il cane non risponde ad un comando, quando abbiamo variato il
tono dato ad un ordine al quale generalmente facciamo corrispondere
un altro tono.
L’addestramento è l’arte di imprimere un regola di azione e
reazione in un cane, al richiamo che l’addestratore scegli di
usare. Addestrare un cane significa fissare una regola
mostrando al cane l’associazione tra un azione e un ordine dato con
la voce, un tibro o volume specifico o/e un gesto del corpo.
Nell’addestramento le fondamenta di ogni successo sono date dalla
coerenza (la capacità di insegnare la logica consequenziale,
possibilmente senza mai cambiare il significato o il valore di un
insegnamento rendendolo sempre verificabile; es.: “Non si morde!”
Il morso dovrà essere sempre vietato al cane tenendo conto di
posto, momento, modalità e motivazione), e dalla costanza (la
capacità di perseverare nella disciplina con continuità e
pazienza).E’ importante conoscere le basi che portano al successo
dell’addestramento dei cani, e che ci sono tre tipi di linguaggio
da conoscere esattamente per utilizzare al meglio il mezzo
fondamentale nella comunicazione tra umani e cani: parlato,
impresso, indicativo. Il linguaggio parlato riguarda ogni parola
associata ad un comando, il linguaggio impresso riguarda l’impulso
che si trasmette con il volume, il tono e il timbro della voce, e
il linguaggio indicativo verte sui gesti e sulle posizioni del
corpo nella comunicazione.
Va precisato che il cane, non essendo dotato di parola, utilizza
automaticamente l’osservazione e l’esempio della postura e dei
movimenti del padrone, per apprendere il significato di svariati
ordini e stati d’animo, ai quali risponde prontamente.
I linguaggi, “parlato e impresso”, sono quelli tuttavia da utilizzare maggiormente per dare ordini specifici ma consiglio di associarli sempre e comunque ad azioni del corpo, in maniera che il cane possa rispondere ad entrambe le tipologie di comunicazione (non è necessaria un particolare accanimento all’addestramento di livello superiore).
In ordine di linguaggio impresso consiglio di utilizzare generalmente toni bassi e volume contenuto, in maniera da porgere un segnale di allarme o attenzione al solo aumento del tono, del volume o del timbro della voce.
Impariamo ad osservare e riconoscere i segnali dati da coda e corpo
L’espressione dei gesti del cane è una caratteristica da osservare con estrema attenzione e interesse, per capire le intenzioni e comportarsi di conseguenza. Muso, coda e corpo forniscono segnali specifici di comunicazione da parte dei nostri amici e devono essere al centro dello scambio comunicativo.
Quando un cane è sereno generalmente ha orecchie basse, coda ad altezza medio bassa, non rigida, leggermente ricurva e corpo rilassato.
Quando un cane è impaurito tende a inarcare leggermente il corpo ad abbassare le orecchie e parte del viso, la coda viene posta verso il basso tra le gambe e lo sguardo diventa sottomesso; talvolta a questo stato segue un istinto di attacco per difesa che viene indicato da una timida arricciatura del muso e da un indietreggiamento a scatti.
Quando un cane è in posizione di allerta il corpo si irrigidisce, le orecchie vengono portate in alto, posizionate verso la propria visuale, il collo si contrae in alto e la coda viene portata alta e rigida.
Quando un cane assume una posizione di minaccia o dominanza tende ad irrigidire il corpo, alzare il pelo sulla schiena, il petto si piega in avanti insieme al collo, le orecchie sono portate alte tirando la pelle del viso in alto e la coda è molto alta e contratta, talvolta nervosamente oscillante.
Quando un cane è vicino ad attaccare lo tesso assume le stesse caratteristiche della posizione di dominanza/minaccia, in più tende a mostrare i denti e ad arricciare il naso avanzando nervosamente.
Quando il cane è felice o ha voglia di giocare lo stesso agita la coda tenendola medio alta, il corpo è rilassato e non risulta contratto sulle zampe, i movimenti sono disinvolti anche se talvolta vivaci e lo sguardo è curioso senza un indirizzamento diretto e insistente degli occhi agli occhi della persona che gli sta di fronte.
Per quanto riguarda i segnali
vocali, il cane abbaia ma anche
mugola, ulula,
ringhia e guaisce. Abbaia come
richiamo per difendere un territorio e demarcarne
i confini. Il mugolio è una ricerca d'attenzione in caso di
dolore o
frustrazione.
Il significato dell'ululato non è stato ancora ben chiarito, anche
se probabilmente svolge un ruolo di coordinazione
delle attività di branco.
Il ringhio esprime aggressività ed è un chiaro
avvertimento ad aumentare le distanze. Il guaito, infine, è tipico
del cucciolo per richiamare la mamma e scompare in
età adulta.
METODO DI CARL PER L'IMPARTIZIONE
DEL COMANDO
Questa metodica è stata testata per affermare la base principale di comunicazione nei tempi specifici, quindi in tutte le dinamiche di addestramento la comunicazione, prima e dopo che il cane abbia imparato il comando, dovrà avvenire nei seguenti modi:
1° Il comando di addestramento deve
essere sempre avanzato a voce normale preferibilmente con un gesto
del corpo sempre corrispondente e il comando deve essere
accompagnato all'esecuzione dell'azione.
2° Solo nel caso in cui il primo comando non fosse esaudito bisogna alzare il timbro e il tono di voce.
3° Se il cane non rispondesse neanche al secondo comando bisognerà alzare il tono e procedere direttamente all'associazione del comando disapprovativo (solo in caso di comandi già conosciuti).
NEGATIVO: Usare sempre lo stesso termine per indicare un comportamento sbagliato tipo: "NO!"
POSITIVO: Usare sempre lo stesso
termine per indicare un comportamento adeguato o giusto: tipo
"BRAVO!", associandolo ad un azione premio di rinforzo (carezza,
sorriso, ecc). L'importante è che all'azione positiva corrisponda
un rinforzo positivo.
NON DARE PREMI MATERIALI AI CANI AD OGNI ESERIZIO MA SOLO A FINE DELLA SESSIONE
Al cane basta un "bravo!", e una carezza data con affetto come premio e abituarlo ad un premio materiale rovina la sinergia e vincola l'addestratore ad un rapporto di materialismo.
UTILIZZARE SEMPRE GLI STESSI TERMINI
E NON CAMBIARLI MAI!
Il cucciolo e il suo
nome.
Insegnare il nome al vostro cucciolo è una
cosa fondamentale, a tal fine consigliamo di pronunciare il nome in
maniera chiara e associare uno sguardo preciso verso i suoi occhi.
Cercare di non gridare mai il nome inutilmente in quanto il suo
udito è molto più sviluppato del nostro e un innalzamento della
voce può confonderlo con una punizione. Chiamare il cucciolo sempre
con lo stesso nome, quando risponde alla chiamata ricompensarlo con
una carezza.
Il comando "VIENI"
Questo è uno dei
comandi più importanti, che ogni cane deve conoscere alla
perfezione. Questo comando si impartisce con efficacia solo se il
cane capirà che raggiungervi è motivo di felicità e intesa e va
sempre ricompensato con una carezza o con una mano sul fianco.
• Allontanatevi di qualche metro dal vostro cane, magari tenendolo con un guinzaglio molto lungo (almeno 5 metri), pronunciate il comando VIENI senza abbassarvi ma tenendo lo sguardo verso i suoi occhi e il braccio le braccia leggermente aperte.
• Tirare leggermente con il guinzaglio se il cane non risponde
subito e premiarlo con carezze ed elogi quando si avvicina.
• Ripetere l'esercizio 10 volte al giorno CON IL METODO DI CARL
fino a quando non lo conosce bene.
NON INSEGUIRE O IMPAURIRE IL CANE CHE POTREBBE SCAPPARE SE NON A GUINZAGLIO
Impegno, costanza e amore vi
doneranno un amico insostituibile!
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