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Cos'è il pedigree e a cosa serve

Pitbull e Pedigree, i segreti del più decantato dei documenti.
A cura del dottore M. Panarese per Fipken


Il Pedigree è un documento ufficiale rilasciato da un Ente o da un associazione specializzata, che attesta e certifica l'iscrizione del cane ai libri genealogici. Dal pedigree dobbiamo ricavare sempre dei dati importanti quali: la razza, il nome del cane completo, il sesso, la data di nascita, il colore del mantello, il proprietario, l'allevatore (eventualmente), il tatuaggio o il microchip e i dati sulla sua genealogia.


Nella realtà pratica a che serve un pedigree?

Il pedigree, a differenza di quello che si pensa spesso, non è un trofeo da esporre per sentirsi meglio, ma un documento utile agli allevatori per operare una selezione mirata. Spesso ho assistito a discussioni su chi avesse il pedigree più importante, e questo dimostra quasi con certezza che l'allevatore o l'appassionato non ha capito il senso di un pedigree.
Preciso innanzitutto che fare allevamento in maniera seria e professionale significa scegliere i cani con minori tare o difetti genetici, e accoppiarli in maniera da pulire il sangue da eventuali difetti, continuando così per più tempo possibile.
Da questa premessa ne consegue che il pedigree ha un enorme utilità, e un allevatore serio non è quello che conosce quanti titoli ha vinto un cane presente nel suo pedigree, ma quello che si impegna a conoscere perfettamente lo standard di razza e a far riprodurre cani sani, privi di malattie manifeste e patologie ereditarie, a fare tutti i test necessari ad evitare malattie come: displasie, dermatiti, albinismo, ecc.
Evidentemente ognuno degli appassionati, potrà fare un ragionamento sul fatto che, anche il migliore dei pedigree (visto che tutti i cani hanno bene o male difetti o caratteristiche migliorabili), è utile solo se si conosce profondamente almeno la metà dei soggetti presenti, con tutti i difetti e i pregi; in caso contrario la percentuale di problemi in riproduzione è solo lievemente inferiore a quella ottenuta accoppiando cani con pedigree considerati banali (nessun pedigree è da considerarsi banale perchè quasi tutti i cani hanno delle caratteristiche positive).


Un buon pedigree (ricco di nomi importanti), fa di un cane un campione?

Il Pedigree rappresenta una sorta di DOCUMENTO DI FAMIGLIA, dove è riportata tutta la genealogia del nostro cane.
Purtroppo anche il miglior Pedigree non garantisce affatto che il cane sia necessariamente un cane da esposizione, ma semplicemente che è figlio di cani con pedigree. E il fatto che sia figlio di cani con pedigree non significa che è esente da problemi, patologie, o difetti genetici, quello dipende dalla coscienza e dalle capacità dell'allevatore e, in piccola percentuale, da una componente esterna che è frutto di altrettanti intrecci biologici.


Il Pitbull (con o senza pedigree) è un cane riconosciuto o un meticcio?

Il Pitbull è un cane non ufficialmente riconosciuto dall'ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) o dalla FCI (Federazione Cinofila Internazionale), ma riconosciuto storicamente da molti altri CLUB/ASSOCIAZIONI, come UKC e ADBA, e possiede ogni requisito per costituire di fatto una razza.
Il Pitbull ha una storia che supera i 150 anni (quindi nasce molto prima di molte razze oggi riconosciute dall'ENCI o dalla FCI, rispettando egregiamente una continuità e una omogeneità morfologiche), la prima iscrizione presso i registri depositari dello standard è stata operata dal CLUB UKC nell'anno 1898.
Qualcuno lo ha apostrofato come un cane "NON DI RAZZA o METICCIO", ma da appassionato e tecnico mi sento di dissentire profondamente, in quanto ricco di storia e legittimato da uno standard che ne afferma con certezza la sua ufficialità.
Il Pitbull purtroppo non è un cane riconosciuto da alcuni organi ufficiali, ma tale decisione viene considerata ufficiosamente come una "silenziosa scelta politico/organizzativa" (come quella che lo descrive come KILLER dai media), che lo vedrebbe degnamente sostituito dall'American Stafford Shire Terrier, dal quale però si discosta per numerose caratteristiche (pur conservando una forte similitudine con lo stesso). 

E se non ha pedigree?

Purtroppo spesso, ci troviamo di fronte ad un fenomeno che vede alcuni privati e allevatori, quasi estranei ad ogni formalità relativa ai documenti della propria selezione (anche se operata da 30 anni). Questo si rileva soprattutto perchè il grado di strafottenza o interesse è molto più alto della passione, quindi vengono prima i proventi economici e dopo tutto il resto. Tuttavia in un soggetto morfologicamente regolare per lo standard, la mancanza di pedigree non certifica a prescindere la totale inappartenenza ad una buona selezione di razza, ma certamente rende meno sicura la sua storia, con i relativi rischi nelle selezioni successive. Eticamente sento la necessità di consigliarvi di acquistare e vendere soggetti provvisti di regolare pedigree, e se non ne avessero rivolgersi ad associazioni/enti che permettano una prima iscrizione (mediante esame esterno), con relativa assistenza limitativa alla eventuale successiva selezione (cosa che sembra attuata coerentemente e correttamente, sia nell'informazione che nell'assistenza, dall'associazione Fipken). 


Come si ottiene un pedigree?

Per ottenere un pedigree bisogna compilare dei modelli ( a cura del proprietario della fattrice, nonchè dell'allevatore della cucciolata ), e inviarli all'associazione nel termine indicato dall'associazione (per Fipken potrete trovare le scadenze sul sito). Fino a 30 giorni dalla monta avvenuta, si dovrà inviare la denuncia di monta all'associazione/ente che si è scelto per la rappresentanza (attenzione ai termini). Successivamente (entro 60 giorni), si dovrà inviare il modulo di denuncia di cucciolata e dovranno essere comunicati tutti i dati dei cuccioli, con i relativi nomi, descrizioni, microchip, sesso, eventuali dati dei nuovi proprietari ecc. Questo perchè l'allevatore può decidere se iscrivere i cuccioli già a nome del nuovo proprietario o iscriverli a suo nome e poi "girare" il pedigree prima di inviarlo al nuovo proprietario.


Quanto costa un pedigree?

Per Fipken il costo del pedigree è generalmente di € 25,00, diffidate da chi vi chiede cifre esorbitanti.


Allevatori di alto livello, pedigree e selezioni

Un allevatore di alto livello è colui che seleziona purezza funzionale, anatomica, fisiologica, genetica, caratteriale e morfologica e non QUELLO CHE VINCE SEMPRE ALLE GARE (potrebbe avere solo la fortuna di possedere un soggetto particolarmente tipico e corretto ma che non trasmette quanto serve).
Ricordate sempre che un allevatore serio cerca approfondimenti e confronti su: morfologia, fisiologia e genetica, anatomia ecc. diffidate totalmente da chi cerca in tutti i modi di apparire troppo, e per consiglio personale, se volete scegliere un buon allevatore sceglietelo per la passione che utilizza nella conoscenza e non per le foto che compra in un giornale.

UNA BUONA SELEZIONE: se esaminiamo un cane per le sue caratteristiche esterne, possiamo fare una buona valutazione del suo fenotipo (il fenotipo è rappresentato da tutte le caratteristiche esterne di un soggetto, quindi buona parte delle informazioni dettate dal genotipo), ma avremmo fatto una considerazione parziale sul soggetto (ecco perchè un cane senza pedigree, che rispetta le caratteristiche morfologiche, è da utilizzare con particolare attenzione, in quanto anche una prima registrazione deve significare operare in futuro con particolare attenzione e approfondimento per le nuove selezioni).
La parte esterna (fenotipo) è solo una delle considerazioni importanti da fare sul soggetto, ma quella fondamentale è il genotipo (caratteristiche genetiche) che invece è l'insieme delle caratteristiche genetiche scritte nel DNA.
I genotipo servirà a valutare le potenzialità riproduttive di un soggetto, cosa che si osserva in un ragionamento molto molto  ampio.
La scienza zootecnica valida le caratteristiche dei riproduttore in base a molte caratteristiche dei discendenti di un determinato soggetto (Progeny Test), in questo modo si cerca di valutare quanto un individuo può effettivamente trasmettere alla propria prole e gli allevatori internazionali più importanti utilizzano questo metodo per allevare con professionalità

Esami specifici per scongiurare malattie come la displasia (conclamata precedentemente), così come temperamenti eccessivamente violenti con gli umani, o timidi, sono da considerare indispensabili per una buona selezione.

Il rischio maggiore in un allevamento che utilizza prevalentemente soggetti propri, è quello di non avere nelle proprie disponibilità esponenti dai quali attingere il maggior numero di caratteristiche positive, ed essere obbligati a prendere decisioni drastiche che vadano spesso contro i propri interessi.

Articolo rilasciato in data 09.07.2014.