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Taglio delle orecchie e della coda: cosa ne pensano gli esperti, cosa i favorevoli e cosa i contrari

  Taglio di coda e orecchie, favorevoli e contrari.

Cosa dice la legge.

Caudotomia e della conchectomia nel cane con l’applicazione della Legge 4 novembre 2010, n.201, amputare per “bellezza”, coda, orecchie, corde vocali, ecc. è diventato reato penale. Quindi chiunque (proprietario, allevatore, detentore, medico veterinario) violi il divieto entrato in vigore sara' punibile per la lesione inflitta, ai sensi dell'articolo 544 delCodice penale (Maltrattamento di animali), con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro''. Compreso l’articolo 10 che recita: “1. Gli interventi chirurgici destinati a modificare l’aspetto di un animale da compagnia, o finalizzati ad altri scopi non curativi debbono essere vietati, in particolare: a) il taglio della coda; b) il taglio delle orecchie;c) la recisione delle corde vocali; d) l’esportazione delle unghie e dei denti. 2. Saranno autorizzate eccezioni a tale divieto solamente: a) se un veterinario considera un intervento non curativo necessario sia per ragioni di medicina veterinaria, sia nell’interesse di un determinato animale; Quest’ultimo capoverso rende chiaro il fatto che gli interventi vietati potranno essere eseguiti laddove se ne presenti la necessità medica, quindi in caso di patologie. Molti appassionati di cinofilia, cercano di dare una lettura interpretativa più morbida, quindi considerare interesse di una razza anche la difesa delle sue caratteristiche morfologiche “ACCESSORIE”, tuttavia il divieto è rigido e perentorio.


Pareri tecnici contrari al taglio

Il Dott. Carrani offre il suo punto di vista scientifico e medico alla questione, al di fuori di ogni sospetto: “I cani amputati non soffrono”. Quando ho letto questa frase ho avuto la conferma che quello che stavo leggendo non era un racconto di fantasia ma il solito trito e ritrito condensato di luoghi comuni riguardante la presunta utilità di certe pratiche subite da molti cani. Io credo veramente che la scienza non rinneghi il proprio passato ma cerchi di migliorarlo ed in questo e' sicuramente aiutata dall'evoluzione morale ed etica dell'uomo. E veramente un anacronismo che l'uomo oggi voglia continuare ad imitare cio' che gli antichi romani facevano ai loro cani da combattimento, a meno che non si voglia far combattere il proprio cane. In dieci anni di professione veterinaria credo di avere curato si e no una ventina di lesioni traumatiche alla coda di cani da caccia, un numero certamente inferiore alle lesioni procurate, per esempio, dal cinghiale ai cani della muta oppure alle lesioni procurate dalle spighe di graminacee nelle orecchie o nei polmoni. Allora dovremmo mettere armature ai cani da cinghiale oppure tappi nelle orecchie o dotare di mascherine i cani da caccia o meglio non mandarli più a caccia a causa di questi pericoli ?  Pareri tecnici favorevoli al taglio In una disposizione del 2011, la sentenza del TAR del Lazio, Sezione Terza Quater, Presidente dott. Italo Riggio,  riproponeva ancora una volta il problema degli gli interventi chirurgici veterinari per scopi non curativi. In quel caso specifico si impugnava l’Ordinanza del marzo 2011 (Sottosegretario alla Salute Francesca Martini),  da parte di numerose posizioni nel settore cinofilo, da quello venatorio a quello medico veterinario. Nello stesso periodo vi furono dei contrasti giuridici sorti alla luce dell’emanazione di una circolare ministeriale del Ministro Fazio, che di fatto non vietava a prescindere il taglio di coda e orecchie, ma rimandava alla coscienza professionale dei medici veterinari la decisione sull’intervento. La circolare del Ministo Fazio fu una preziosa risorsa per tutti quelli che erano a favore della caudotomia e della conchectomia Un esempio più volte evidenziato da molti nel settore cinofilo, è quello del cane da caccia che usa “lavorare” tra impedimenti che potrebbero pregiudicare l’integrità di coda ed orecchie, oppure la cadenza ciclica di “otiti croniche” a cui molte razze sarebbero soggette a causa della grandezza e della posizione delle orecchie. Documenti (circolare del Ministro e Consiglio Superiore di Sanità) entrambi richiamati dal TAR Lazio che di fatto ha confermato la prima istanza cautelare emessa contro l’Ordinanza Martini fin dall’ottobre 2011. Dunque, stante la decisione di merito del TAR ora depositata, gli interventi chirurgici potevano riprendere in base, anche, alla circolare esplicativa del Ministro.



STERILIZZAZIONE, LA MAGGIORE DELLE MUTILAZIONI ARBITRARIE.

Per molti esperti cinofili, sia del settore scientifico che venatorio,  caudotomia e conchectomia sarebbero una pratica assolutamente irrilevante rispetto alla sterilizzazione addirittura obbligata da molti animalisti ed esperti. Veronesi precisa che la pratica della sterilizzazione ai fini della prevenzione, non solo sarebbe la peggiore delle mutilazioni, ma afferma che: “ l’intervento non inibisce la sola capacità riproduttiva, ma ha effetti diretti alla modificazione del carattere e dell’espressività del cane e del gatto”. Il CNB (Comitato Nazionale di Bioetica) ha riconosciuto che la sterilizzazione comporta indubbiamente una mutilazione assai più grave della caudotomia e della conchectomia, ma con un distinguo di fondo. La sterilizzazione, a parere del Comitato, è un atto non solo invasivo, ma suscettibile di determinare alterazioni del comportamento, che deve quindi essere considerato con estrema attenzione per ogni singolo animale coinvolto, e posto in essere solo dopo aver esaminato, caso per caso, i vantaggi e gli svantaggi dell’intervento, sempre avvalendosi della consulenza del medico veterinario anche ai fini della valutazione del rischio di insorgenza di possibili patologie uterine o mammarie MA MAI A SCOPO PREVENTIVO.

All’interno di un’etica della responsabilità, appare però doveroso per l’uomo farsi carico dei complessi problemi innescati dalla convivenza con gli animali e prevenire i danni sanitari e sociali causati dalla sovrappopolazione animale quindi, potrebbe sembrare giusto e più semplice praticare una sterilizzazione anziché isolare le cagne quando in calore. E’ doveroso citare, in un’ottica sociale, la gravità del fenomeno del randagismo, che determina pericoli per la salute umana, un potenziale aumento della sofferenza animale e una lievitazione dei costi che potrebbe ripercuotersi sulle stesse condizioni di vita che la società può e deve garantire ai cani randagi e/o abbandonati. L’obbligo della sterilizzazione, previsto per i cani randagi dalla legge quadro 281/1991 e dalle successive leggi regionali, è nato proprio dalla necessità di elaborare una politica di controllo delle nascite e di migliore distribuzione delle risorse.


Dal nostro canto invece vorremo provare a cambiare discorso, sollevando una domanda a tutti i nostri lettori, appassionati di cinofilia e tecnici, senza cadere nel profondo della questione mutilazione, sterilizzazione o altro; ci chiediamo quindi come sia possibile avere questo particolare interesse verso specifiche mutilazioni su determinate specie animali, quando ogni giorno vengono uccisi brutalmente e in maniera autorizzata (ma non per sfamare la popolazione), milioni di animali? Alcuni studi confermano che almeno il 30% delle uccisioni animali, sono da considerarsi praticamente “inutili” perché non indispensabili alla sopravvivenza dell’essere umano, e ci sarebbe da considerare ancora almeno il 20% di uccisioni da “macello”, che potrebbero essere evitate da una sana cultura sull’alimentazione, oltre il 7% delle uccisioni inutili per la perdita delle carni nella conservazione.

Alla luce di queste ipotesi percentuali formulate da varie indagini di mercato, come possiamo soffermarci per anni sull’etica di una recisione del padiglione auricolare (peraltro possibilmente giusta quando non a scopo curativo), e solo per poco tempo sul fatto che ogni giorno muoiono milioni di animali inutilmente?

Anche in questo caso l’essere umano si porta troppo al centro della vita, attribuendosi il potere di decidere cosa sia giusto per la vita delle varie specie animali, focalizzando le varie attenzioni su questioni poco importanti e giustificando la propria ipocrisia ( e le varie uccisioni) con l’importanza della propria sopravvivenza rispetto alle altre.