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Pitbull, allevatori amatoriali e professionali

Il fatto che l'American Pitbull Terrier non sia riconosciuto dalla FCI o dell'Enci, può confondere coloro che sono interessati a diventare allevatori della razza. 

Alcuni novizi credono infatti che la razza, non essendo "riconosciuta" (da Enci o FCI), sia praticamente una razza inesistente, esente da tutto, cosa chiaramente sbagliata in quanto il Pitbull è equiparabile a qualsiasi altra razza. 

Per diventare allevatori di cani, qualunque sia la razza da voi scelta, compreso Pitbull, sarà necessario conoscere la normativa Italiana, per non incorrere in multe o fastidiosi problemi. Ho già chiarito innumerevoli volte che l'allevamento in generale è una pratica riservata ai veri appassionati, vi prego di non cimentarvi nell'allevamento se non siete dei veri appassionati, con un bagaglio cinofilo di un certo livello (lasciamo questo lavoro a chi ha esperienza e conoscenza adeguati). Allevare non significa semplicemente accoppiare due cani di razza, la selezione è una materia molto delicata, ma la legge prevede anche delle specifiche regole direttamente connesse alla detenzione e all'allevamento in generale. 

La regola principale per un allevatore, AMATORIALE O PROFESSIONALE, resta il rispetto del benessere animale, senza il quale nessun progetto cinofilo può essere avviato, in secondo luogo bisognerà "allinearsi" alle le regole igienico sanitarie territoriali e rivolgersi all'ASL di competenza per effettuare eventuali procedure di autorizzazione (ogni comune o regione può avere un suo regolamento, a volte diverso dalle altre).

Differenza tra un allevatore amatoriale e un allevatore professionale

Allevatore amatoriale
Coloro che posseggono meno di 5 fattrici e producono meno di 30 cuccioli all'anno sono già classificati come ALLEVATORI AMATORIALI.
L'allevatore amatoriale viene considerato un appassionato e l'attività Cinotecnica è considerata "HOBBISTICA". Non sarà necessario effettuare nessuna dichiarazione fiscale (a meno che non ci sia un reddito derivante), a patto quindi che gli incassi siano inferiori alle spese.
Se i proventi (guadagni) di un allevatore amatoriale, superano le spese, sarà necessario rivolgersi ad un commercialista per dichiarare il guadagno come "attività commerciale esercitata occasionalmente".
Gli allevamenti amatoriali (con meno di 5 fattrici), a differenza degli allevamenti professionali, generalmente possono nascere anche in aree urbane e non necessariamente agricole, anche a meno di 50 metri da altre abitazioni (sempre che i regolamenti lo consentano). 

Non è consentito utilizzare locali e aree "inadatte" per la vita dei cani, in generale sono vietati sottoscala privi di luce, mansarde, sottotetti o soffitte privi di aria sufficiente, garage chiusi, e tutti quegli spazi che non rispettano i requisiti di vivibilità consoni alla vita dei cani. E' vietato segregare gli animali in contenitori e gabbie in modi o tempi che non ne garantiscano i diritti primari. L'allevatore amatoriale può richiedere l'affisso sia in Enci che in associazioni private come Fipken, a patto che rispettino alcuni requisiti.

Allevatore professionale

In base alla Legge n. 349 del 23 agosto 1993, l'allevatore di cani figura come imprenditore agricolo nel momento in cui ha più di 5 fattrici e produce all'anno più di 30 cuccioli.
A meno ché non si tratti di cagne sterilizzare, dal numero delle fattrici e dal numero di cucciolate prodotte si desume che gli introiti siano superiori alle spese, facendo configurare l'attività come professionale.
Gli allevatori professionali dovranno richiedere numero di partita Iva, iscriversi alla Camera di Commercio, emettere fattura di vendita, predisporre l'area nel rispetto delle norme igienico sanitarie e richiedere autorizzazione all'ASL di competenza oltre che registrare carico/scarico degli animali presenti in allevamento.

Requisiti minimi per un buon allevatore

Come già accennato, un allevatore dovrà essere attento soprattutto al benessere animale, materia che spazia dal divieto di detenere un cane in spazi ristretti, senza luce o aria, poco coperti dal sole o esposti a pioggia. Nel Pitbull (razza abbastanza accesa e non sempre socievole), è doveroso e opportuno dividere i cani in ampi box che siano ben chiusi e delimitati con divisori sicuri e ben ancorati.
I cani devono avere anche il giusto spazio per sgambettare almeno per un ora al giorno e il diritto di interagire ed esprimersi in relazione alle attitudini di razza.

La pulizia è un elemento ovviamente essenziale nella gestione dell'allevamento, è fondamentale evitare eccessivo accumulo di deiezioni, fare attenzione ai parassiti e alla disinfettazione periodica delle aree.

È vietato separare i cuccioli dalla madre prima dei 60 giorni, tranne in casi eccezionali come aggressioni o allontanamento da parte della madre (che dovranno essere certificati da un medico veterinario).
L'allevatore deve anche essere formato sulle malattie trasmissibili da cane a cane e da cane a uomo, in maniera tale intervenire isolando preventivamente il soggetto per curarlo adeguatamente.